Pronunciandosi sul ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva prosciolto un borseggiatore dal reato di furto aggravato con destrezza, escludendo tale aggravante, la Corte di Cassazione (sentenza 27 luglio 2020, n. 22499) – nell’accogliere l’impugnazione del Procuratore Generale, secondo cui erroneamente l’aggravante era stata esclusa avendo l’uomo letteralmente sfilato il telefonino dalla borsa della persona offesa – ha diversamente affermato che sussisteva in tale ipotesi il furto aggravato con destrezza, non ricorrendo nella specie il mero approfittamento di circostanze propizie in conseguenza della disattenzione della vittima, bensì una modalità di azione, esplicativa di una particolare abilità, consistita nella veloce introduzione della mano nella borsa e nel successivo sfilamento del cellulare ivi custodito all’interno, finalizzata a neutralizzare l’ordinaria vigilanza della persona offesa sulla cosa stessa e indice di uno studio dei tempi e delle reazioni della vittima designata nel concreto contesto, come dimostrato dal fatto che il reo aveva seguito la vittima prima di accostarsi alla stessa per attuare il furto.
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