Di seguito l’articolo del Prof. Basile, pubblicato su Giurisprudenza italiana supplemento al n. 12/2019, Utet giuridica, Torino.

L’intelligenza artificiale è già presente in molti aspetti della nostra vita quotidiana e presto ce la ritroveremo dappertutto e, ovviamente, anche in ambiti che hanno immediata rilevanza per il diritto penale. Occorre, quindi, avviare urgentemente la riflessione circa le possibili ipotesi di coinvolgimento – come strumento, come autore, o come vittima – di un sistema di intelligenza artificiale nella commissione di un reato, giacché la frase di buon senso, comunemente accettata, secondo la quale ‘i computer fanno solo quello che sono programmati a fare’ ormai non è più vera.

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