Il danno non patrimoniale consistente nella sofferenza morale patita dal prossimo congiunto di persona lesa dall’altrui illecito, può essere dimostrato ricorrendo alla prova presuntiva, tipicamente integrata dalla gravità di lesioni, quali la perdita di un arto inferiore, in uno alla convivenza familiare strettissima propria del rapporto filiale. Lo stabilisce la Cassazione civile, sez. VI – 3, ordinanza 24 gennaio 2020, n. 1640.
Call Now Button