La Corte di Appello di Catanzaro, sentenza 17 gennaio 2020, ha rigettato il ricorso avanzato da due giovani e dai genitori del primo avverso le pronunce di primo grado che li avevano condannati al risarcimento del danno in favore di una ragazza, minorenne all’epoca dei fatti, rimasta vittima di un grave episodio di violenza sessuale perpetrato da un altro minore. I giudici territoriali, ritenute utilizzabili al riguardo le prove testimoniali e le dichiarazioni rese nel corso del processo penale in precedenza instaurato innanzi al Tribunale per i Minorenni, hanno confermato la responsabilità ex art. 2043 del Codice Civile dei due giovani ricorrenti (il primo, autore materiale della violenza; il secondo, complice del primo per avere impedito a terzi di prestare soccorso alla vittima), come pure quella, concorrente, dei genitori del primo ai sensi dell’art. 2048 del Codice Civile, per non avere essi fornito nel corso del giudizio la prova positiva di avere impartito al figlio una buona educazione e di avere esercitato su di lui una vigilanza adeguata: di qui, la loro condanna a risarcire alla vittima i danni tutti, patrimoniali e non, da essa patiti.