Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la sentenza di condanna, inflitta in primo grado ad un uomo, in relazione all’appropriazione indebita di un’autovettura Saab noleggiata per la durata di un mese e poi non restituita, nonostante le formali diffide ricevute, la Corte di Cassazione (sentenza 25 maggio 2020, n. 15735) – nel disattendere la tesi difensiva secondo cui erroneamente era stato indicato come giudice competente quello del luogo in cui egli risiedeva, laddove, invece, la competenza per territorio avrebbe dovuto radicarsi nel luogo di consumazione del reato, ossia dove egli aveva noleggiato l’auto, stipulando il contratto – ha, invece, ribadito che il delitto di appropriazione indebita è reato istantaneo che si consuma con la prima condotta appropriativa, nel momento in cui l’agente compie un atto di dominio sulla cosa con la volontà espressa o implicita di tenere questa come propria, con la conseguenza che il momento in cui la persona offesa viene a conoscenza del comportamento illecito è irrilevante ai fini della individuazione della data di consumazione del reato e di inizio della decorrenza del termine di prescrizione.