Nel caso sottoposto all’esame della II sezione della Corte di cassazione gli imputati erano stati condannati per il reato di tentata estorsione aggravata dall’uso del metodo mafioso, in relazione al fatto che avessero minacciato le persone offese al fine di ottenere l’immediato adempimento di una obbligazione, senza attendere l’esito della causa civile pendente (con la minaccia che ove non avessero ottemperato “qualcuno si sarebbe fatto male”). La Corte, con ordinanza del 16 dicembre 2019 n. 50696, ha deciso di rimettere la questione alle Sezioni Unite affinchè decida se trattasi di estorsione ovvero di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.