Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la condanna inflitta ad un uomo per aver posto in essere atti di maltrattamento e di violenza sessuale ai danni della moglie, la Corte di Cassazione (sentenza 14 dicembre 2020, n. 35700) – nel disattendere la tesi difensiva, secondo cui la condotta di violenza sessuale doveva ritenersi assorbita dal diverso reato di maltrattamenti – ha diversamente ribadito che il delitto di violenza sessuale concorre con quello di maltrattamenti in famiglia qualora, attesa la diversità dei beni giuridici offesi, le reiterate condotte di abuso sessuale, oltre a cagionare sofferenze psichiche alla vittima, ledano anche la sua libertà di autodeterminazione in materia sessuale, potendosi configurare l’assorbimento esclusivamente nel caso in cui vi sia piena coincidenza tra le due condotte, ovvero quando il delitto di maltrattamenti sia consistito nella mera reiterazione degli atti di violenza sessuale.
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