Una tra le sentenze rese dalla terza sezione civile in data 11 novembre 2019, e segnatamente la n. 28985, si occupa dei rimedi esperibili dal paziente, o dai suoi eredi, nei confronti del sanitario che sia intervenuto in assenza di una valida manifestazione di consenso informato, come pure della struttura sanitaria presso la quale egli opera. Individuate le due distinte di voci di pregiudizio non patrimoniale che possono scaturire da siffatta violazione, vale a dire il danno alla salute e quello da lesione del diritto all’autodeterminazione terapeutica, il Supremo Collegio delinea le ipotesi in cui ciascuna di esse risulta risarcibile.
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