Sussiste la fattispecie dell’“abuso del processo” allorchè, con il ricorso per cassazione, si agitano ragioni di censura “de plano” valutabili, secondo l’ordinaria diligenza, come giuridicamente inconsistenti, e quindi pretestuose. È quanto si legge nell’ordinanza della Cassazione del 21 luglio 2020, n. 15445.
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