Integra la fattispecie di accaparramento di clientela la condotta dell’avvocato che induce una cliente a conferirgli l’incarico di procedere in giudizio contro una parte con la promessa, rivelatasi poi non veritiera, che i suoi onorari sarebbero stati pagati solo a causa vinta e che offre alla stessa cliente, dopo che il giudizio di primo grado aveva dato esito negativo, di procedere a ricorso in appello ed eventualmente in cassazione, gratuitamente. È quanto si legge nella sentenza della Cassazione del 27 ottobre 2020, n. 23593.