Pronunciandosi su un noto caso “moldavo” che ha profondamente inciso nella giurisprudenza degli Stati parte della Convenzione EDU (il celebre caso Dan c. Moldavia, n. 8999/07), in cui si discuteva della legittimità della decisione dell’autorità giudiziaria di reiterare, dopo una prima condanna di Strasburgo per violazione del diritto all’equo processo, la sentenza che aveva ribaltato l’esito assolutorio del giudizio di primo grado, la Corte EDU, ha ritenuto, all’unanimità (sentenza 10 novembre 2020 n. 57575/14), che vi fosse stata una nuova violazione dell’art. 6 (diritto al giusto processo), della Convenzione EDU.