In tema di reati contro l’onore, al fine di ritenere configurabile il reato di diffamazione a mezzo stampa e il connesso reato di omesso controllo a carico del direttore responsabile, è necessario tenere conto della possibilità, per il lettore medio, sulla base di tutti gli elementi contenuti nella pubblicazione, senza effettivi sforzi o particolare arguzia, di essere in grado di avvedersi della reale offensività della pubblicazione. In particolare, ogni contenuto di diffamatorietà può essere escluso quando, anche con una mera una progressione visiva, che percorre una sequenza che va dal titolo, al testo dell’articolo, comprensiva di tutti gli altri elementi che concorrono a delineare il contesto della pubblicazione (oltre all’immagine, occhiello, sottotitolo e didascalia), il “lettore medio” è in grado di rendersi conto della carica offensiva o meno della pubblicazione (Cassazione penale, Sez. V, sentenza 1 aprile 2020, n. 10967).
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