Pronunciandosi sul ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la decisione del tribunale che aveva condannato un imputato per essere evaso dalla propria abitazione in cui era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, la Corte di Cassazione (sentenza 8 ottobre 2020, n. 28104) – nel disattendere la tesi difensiva, secondo cui erroneamente i giudici non avevano riconosciuto la scriminante putativa dello stato di necessità (art. 59, comma 4, c.p.), nonostante l’imputato si fosse dovuto allontanare dalla propria abitazione a causa di una colica renale che lo aveva costretto a recarsi al pronto soccorso come risultante dal referto medico – ha ritenuto corretto il ragionamento della Corte di appello che aveva escluso lo stato di necessità anche solo putativo, ritenendo non rilevante il referto, considerato generico, in quanto indicava soltanto una generica dolenzia addominale e non una patologia oggettivamente accertabile, escludendo la necessità di cure urgenti, essendo il ricovero avvenuto in codice verde, così da non giustificare il mancato preventivo avviso dell’allontanamento dall’abitazione all’autorità preposta a controllo sul rispetto della misura.