Pronunciandosi su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la condanna per minaccia aggravata nei confronti di un gruppo di giovani che avevano improvvisato un volantinaggio davanti alla sede universitaria distribuendo volantini effigianti la foto di un professore universitario, dall’inequivoco contenuto minaccioso (“nessuna pace per chi vive di guerra”), la Corte di Cassazione (I, sentenza 17 dicembre 2020, n. 36260) – nel disattendere la tesi difensiva, secondo cui nel caso in esame era applicabile la causa di non punibilità dell’esercizio di un diritto, nella specie il diritto di critica – ha invece confermato la sentenza di condanna, ritenendo come non vi fosse dubbio sul contenuto minaccioso dei volantini distribuiti e che la tesi difensiva (la possibilità di manifestare il dissenso e la critica anche mediante l’uso di toni forti e di espressioni particolarmente aspre), nulla avevano che fare con l’intimidazione che invece si prospettava alla persona offesa, le cui opinioni non erano condivise, prospettandole la sottoposizione a un male ingiusto.