L’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo in questi giorni, oltre alle indispensabili attività di prevenzione da parte dell’Autorità governativa, comporta anche la necessità di maggiore informazione sul piano giuridico. Come è noto, infatti, tra le disposizioni introdotte, ve ne sono molteplici che, per contenere la diffusione del virus, impongono un cambiamento degli stili di vita. Fondamentale, infatti, è evitare per quanto possibile assembramenti, frequenza di luoghi affollati, spostamenti se non per motivi di assoluta necessità o per ragioni di lavoro. Purtroppo, soprattutto in questo fine settimana, essendosi verificata una fuga di notizie circa i contenuti della emananda ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che “allargava” la c.d. zona rossa all’intera Lombardia, oltre a che a numerose province del Nord Italia, si è assistito a scene di paura, con improvviso assalto a treni in partenza per il Sud Italia. Si tratta di comportamenti umanamente comprensibili, ma giuridicamente sanzionabili, tenuto conto che, purtroppo, oltre a violare i precetti contenuti nelle ordinanze e nei decreti d’urgenza emessi dal Governo, potrebbero anche costituire reato. Ciò vale oggi, a maggior ragione, essendo state estese con d.P.C.M. 9 marzo 2020 a tutto l’Italia le prescrizioni limitative della libertà di movimento.